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L'outlook della settimana. Il punto al 10 dicembre 2024

Economia globale resiliente

Secondo l'ultimo Economic Outlook dell'OCSE, pubblicato il 4 dicembre, l'economia globale rimarrà resiliente nonostante il periodo davvero complesso che stiamo attraversando, caratterizzato da elevate tensioni geopolitiche che rischiano di sconvolgere i mercati energetici e le “catene di approvvigionamento”.  Si sono formati venti contrari al commercio nei mercati emergenti e in quelli consolidati. Un ambiente frammentato e protezionistico, unito a politiche rivolte all’interno, potrebbe influenzare negativamente la concorrenza, incrementare i prezzi e ostacolare la produttività e la crescita. L'Economic Outlook prevede una crescita del PIL globale del 3,3% nel 2025, in aumento rispetto al 3,2% del 2024, e sarà al 3,3% nel 2026. Per quanto riguarda gli Stati OCSE, le indicazioni sono meno favorevoli: 1,7% nel 2024, 1,9% nel 2025 e 2026. Peggio è per gli stati dell’Area Euro evidentemente particolarmente esposti: 0,8% per il 2024, 1,3% per il 2025 e 1,5% 2026 . Per quanto riguarda l’Italia, le previsioni di “Parigi” ridimensionano il Pil del 2024 allo 0,5%. Negli anni successivi sarà allo 0,9% e 1,2%.
Questa situazione globale ha inevitabili ripercussioni anche sul contesto europeo, che appare ancora fragile.

Europa col freno tirato ha bisogno di unità

Un’idea più dettagliata della situazione economica europea possiamo averla grazie alle molte statistiche pubblicate nei giorni scorsi da Eurostat. In particolare troviamo che nell’ultimo trimestre il Pil è aumentato dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e l’occupazione dello 0,2%. Sono numeri caratterizzati dal segno positivo ma che tradiscono una certa debolezza, testimoniata dalla produzione totale (TMPI, Total Market Production Index), diminuita dello 0,6% nell’UE e dello 0,7% nella zona euro rispetto al mese precedente; anche il volume del commercio al dettaglio risulta in calo, dello 0,5% nell’Area Euro e dello 0,3% nella UE. A questi numeri possiamo aggiungere  l’€-coin – sviluppato dalla Banca d’Italia – che in novembre ha un lieve aumento: da 0,18 a 0,23, beneficiando dell’andamento positivo del mercato del lavoro, ma frenato dal peggioramento della fiducia delle imprese dei servizi e dei consumatori.

In audizione al Parlamento Europeo, la Governatrice della BCE Christine Lagarde è stata molto chiara: “Si sta assistendo a un rapido cambiamento dello scenario geopolitico, ma anche a importanti sfide strutturali che affliggono il nostro modello economico. La risposta dell’Europa deve essere rapida…” – “Come hanno osservato Enrico Letta e Mario Draghi nei loro report, l’Europa è attualmente al di sotto del suo potenziale. Un’idea chiave che attraversa i report è che l’Europa è più grande delle sue parti costituenti. Investimenti congiunti dell’UE ben definiti stimolerebbero la crescita potenziale e contribuirebbero alla stabilità macroeconomica”. In sostanza, Lagarde ha concluso la sua audizione richiamando al senso di responsabilità i decisori politici: “Le sfide geopolitiche e strutturali dell’Europa richiedono un’azione coordinata e determinata”. È nell’unione che l’Europa può essere davvero forte
Sul tema Europa ci sembra davvero interessante, e da segnalare, l’intervento del Governatore di Banca d’Italia Panetta al XX Foro di dialogo Spagna-Italia: “Un patto europeo per la produttività, in cui mostra come obiettivo prioritario sia “collocare l’innovazione al centro delle politiche economiche come motore della  produttività e della crescita, mobilitando a tal fine risorse pubbliche e private”.

Tra ottimismo e preoccupazioni, il Natale rilancia i consumi

Il disagio sociale misurato dal Misery Index Confcommercio in ottobre, è sceso ai minimi storici in ulteriore calo rispetto a settembre (8,9) e attestandosi a quota 8,8. Un dato che riflette una riduzione della disoccupazione, pur con un aumento degli inattivi, soprattutto tra le donne e le fasce d’età più giovani (15-24 anni) e adulte (35-49 anni), e un lieve aumento dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto. Secondo il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, “questo scenario solleva preoccupazioni per il futuro del mercato del lavoro, soprattutto a causa della debole crescita economica e dei segnali di difficoltà nel settore manifatturiero. Tali condizioni potrebbero rallentare la ripresa e ridurre i consumi, influenzando negativamente le aspettative per il 2025″.
A ottobre 2024, Istat stima, per le vendite al dettaglio, una variazione congiunturale negativa sia in valore (-0,5%) sia in volume (-0,8%). Sono in diminuzione sia le vendite dei beni alimentari, sia quelle dei beni non alimentari. Su base tendenziale, invece, accelera la crescita delle vendite complessive, sia in valore sia in volume. L’incremento del valore delle vendite rispetto a un anno fa è più ampio per la grande distribuzione e il commercio elettronico e minore per la distribuzione tradizionale. 
A dare una risollevata ai consumi ci penserà il Natale. Il “traino” positivo del “Black Friday”, con consumi pari a 4,1 miliardi (100 milioni in più dello scorso anno, tra i 220 e i 230 euro pro capite) si ripercuoterà anche su dicembre. Le stime dell’Ufficio Studi Confcommercio su Natale e tredicesime, realizzate anche su indicazioni Format Research, sono infatti all’insegna dell’ottimismo, con numeri tutti in positivo.
 

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